Itinerari artistici Quattro-Cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese”

“Itinerari artistici Quattro-Cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese” mostra a Eclause di Salbertrand

da domenica 26 dicembre 2021 a  giovedì 12 maggio 2022

Nell’ambito della XV edizione di Chantar l’uvern frammenti di lingua e cultura occitana, francoprovenzale, francese:

Dal 26 dicembre 2021 al 12 maggio 2022 nella Grangia Grande di Eclause frazione di Salbertrand (Via Chabrieres 2), la Cantina Alpina ospita la mostra Itinerari Artistici Quattro Cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese realizzata dall’Ecomuseo Colombano Romean e curata da Ilario Manfredini.

La mostra è stata realizzata nel 2020 in occasione della pubblicazione del cahier n.31 dell’Ecomuseo Colombano Romean “Itinerari artistici Quattro-Cinquecenteschi tra Pinerolese, Valle di Susa e Briançonese”, nato dalla collaborazione con Ilario Manfredini, laureato in Storia Moderna presso l’Università di Torino, che si propone di offrire un riepilogo ragionato delle pitture finora note della bottega dei Serra e dei pittori a loro affini, con alcune proposte di integrazione attributiva e cronologica per alcuni cicli del XVI secolo che necessitano ancora di ulteriori approfondimenti. Articolo su: LA VALSUSA del 10/09/2020

Ulteriori dettagli su: https://www.parchialpicozie.it/page/view/itinerari-artistici-quattro-cinquecenteschi-tra-pinerolese-valle-di-susa-e-brianconese/

Alcuni eventi nell’ambito della XV edizione di Chantar l’uvern chantar l’uvern frammenti di lingua e cultura occitana, francoprovenzale, francese:

Il calendario potrebbe subire cambiamenti… seguiteci su https://www.parchialpicozie.it/event/archive/ per rimanere aggiornati.

“Lou soun amis”

sabato 19 marzo 2022Condove 

Ore 21.00 – Biblioteca Margherita Hack – Via Roma n.1 –
Proiezione del film “Lou soun amis” nato da una ricerca antropologica sul campo filmata tra il 2011 e il 2015. Si è immersi nel mondo dell’oralità e della quotidianità, in un tempo reale e immaginario, pubblico e privato, scandito da feste e riti di una società sopravvissuta alla forza centrifuga della globalizzazione per la quale la pratica musicale non è spettacolo o revival ma parte intrinseca della vita. La narrazione si sviluppa attraverso una serie di capitoli che documentano le caratteristiche e il contesto culturale di una specifica tradizione musicale.
Regia di Luca Percivalle & Flavio Giacchero (52’)
Fotografia: Luca Percivalle Ricerca: Flavio Giacchero

“Dante, Trobaire e le Trobairitz”

Domenica 20 marzo – Avigliana
ore 21.00 – Auditorium Bertotto – Via Martiri della Libertà
Viaggio divulgativo-teatrale ad opera di Paola Bertello

“Le nature del cervo”

Venerdì 1° aprile – Villar Focchiardo
ore 17.00 Cortile del municipio
Presentazione del libro a cura del guardiaparco Bruno Usseglio

CONVEGNO “Il paesaggio montano dalle Alpi cuneesi ai Pirenei: crocevia di culture, popoli e tradizioni

Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ’nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino

(Dante Alighieri, Divina Commedia,
Inferno, canto XVI, 94-96)

Il 19 e 20 gennaio si terrà online il convegno: “Il paesaggio montano dalle Alpi cuneesi ai Pirenei: crocevia di culture, popoli e tradizioni”.

Il convegno, internazionale e multidisciplinare, affronta il tema del paesaggio montano dell’area geografica compresa tra le Alpi cuneesi e i Pirenei, concepito non soltanto come documento della memoria ma anche, e soprattutto, come fattore di connessione tra le popolazioni montane che vi risiedono, come luogo di scambio di culture diverse e tradizioni e come matrice di una nuova comunità transfrontaliera.

Il suo scopo è quello di evidenziare come il comune paesaggio montano possa costituire l’occasione per la nascita di una identità territoriale condivisa e allargata. Il risultato atteso è, pertanto, la costruzione di una nuova consapevolezza del paesaggio montano non più circoscritto alle singole aree geografiche di appartenenza e ai confini nazionali ma basato su una nuova concezione dello stesso inteso come network di idee, progetti e iniziative: per la nascita di una cultura del paesaggio montano in grado di valorizzare e promuovere quelle aree geografiche.

Per partecipare entrare tramite webex nel link : https://unito.webex.com/unito/onstage/g.
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CONFERENZA DANTE ALPINISTA 1921

Pubblichiamo questo articolo relativo Dante Alpinista con questa “chicca” presa dall’archivio Cai Uget del Bollettino di cento anni fa:

Per cortese concessione dell’autore siamo lieti di offrire in lettura ai nostri Soci la bella conferenza tenuta – dall’egregio Prof. Cav. Francesco Vercelli – alla Società Alpina delle Giulie in Trieste e ripetuta nella Sede dell’U.G.E.T. la sera del 1° dicembre 1921.Per mancanza di spazio Pubblichiamo la prima parte, riservandoci di far seguito nel prossimo numero.

Ignoro se alcuno abbia mai pensato di studiare dal lato alpinistico la Divina Commedia. Pure il mistico viaggio dantesco per le bolgia infernali o su per l’erta montagna del Purgatorio si svolge in un ambiente alpinistico per eccellenza, fra petraie, dirupi e strapiombi. La descrizione superba che il Poeta ci presenta è tutta un’esaltazione delle gioie e delle fatiche con cui gli nomini forti temprano, sui monti, le membra e l’anima:

a sofferir tormenti, caldi e geli
simili corpi la virile dispone.
PURG., III, 31.

Il Poeta s’avvia al monte del Purgatorio, che Ulisse nel canto XXXVI dell’inferno così descrive:

n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avea alcuna.
INF., XXXVI, I3.

Come l’alpinista nell’accingersi alla scalata d’un monte difficile e sconosciuto si stringe alla sua guida, cosi Dante si accosta a Virgilio:

i’ mi ristrinsi a la fida compagna
e come sarè io senza lui corso?
chi m’avria tratto su per la montagna!
PURG., III, 4.

Tra la Magra e il Varo, da Lerici a Turbia, le scoscese montagne della Liguria presentano dirupi difficili da valicare. Ma la più aspra di queste salite è una comoda scala a confronto di quelle che salgono al santo monte:

Noi divenimmo intanto a piè del monte:
quivi trovammo la roccia sì erta,
che’ ndarno vi sarien le gambe pronte .
Tr a Lerice e Turbia , la più diserta,
la più rotta ruina è una scala,
verso di quella, agevole e aperta.
PURG., III,46.

Ma Virgilio, che sale le vie dell’Inferno, non conosce quelle del Purgatorio. Dinanzi all’erta roccia sta esitante:

“Or chi sa da qual man la costa cala”
disse l’ maestro mio, fermando il passo,
“sì che possa salir chi va senz’ala?”
PURG., III,52.

E rivolto alla timida schiera delle anime, che, impaurite al veder l’ombra di Dante, avevano sospeso il passo, domanda:

“ditene dove la montagna giace,
sì che possibil sia l’andare in suso;
che perder tempo a chi più sa più spiace.”
PURG., III,76 .

La squadra delle anime fortunate si incammina allora verso i due poeti ed è descritta con la celebre similitudine delle pecorelle, così bene appropriata per rappresentare l’atto con cui una comitiva di alpinisti, dopo una sosta, avanza per il dorso dei monti:

Come le pecorelle escon dal chiuso
ad una, a due, a tre , e l’altre stanno
timidedette atterrando l’occhio e ‘l muso;
e ciò che fa la prima , e l’altre fanno,
addossandosi a lei, s’ella s’arresta,
semplici e queste , e lo ‘mperchè non sanno;
si vid’io muovere a venir la testa
di quella mandria fortunata .
PURG., III,79 .

Continua nell’allegato: