A cura di Riccardo Valchierotti
Per questo numero del nostro notiziario ho selezionato nove libri: tre dei primi cinquant’anni del secolo scorso, tre dei secondi cinquant’anni e per finire tre del ventunesimo secolo per vedere come nel tempo è cambiato non solo lo stile di scrittura, ma l’alpinismo e l’approccio alla montagna in generale. Ci sarebbero anche tanti altri libri che meriterebbero di essere citati, anche più pertinenti, ma oltre al problema spazio o non sono presenti nella nostra biblioteca o sono già stati recensiti nei precedenti notiziari:
Il Monte Cervino di Guido Rey; prefazione di Edmondo De
Amicis con nota geologica di Vittorio Novarese, edito nel 1926
dalla Ulrico Hoepli. La prosa di Guido Rey è fortemente retorica,
ma ha un’ottima qualità di scrittura ed è comunque la classica
espressione dell’epoca. Pubblicato per la prima volta nel 1904 viene rapidamente tradotto in inglese, francese e tedesco e si può dire che diede inizio alla tradizione della letteratura di montagna in Italia.
Alpinismo acrobatico di Guido Rey ; prefazione di Angelo
Manaresi, edito nel 1932 dalle Edizioni Montes. Dall’introduzione
del libro: “io credetti e credo la lotta coll’Alpe utile come il lavoro, nobile come un’arte, bella come una fede…”. Era la frase che sino a pochi anni fa compariva sulla tessera associativa del C.A.I. Il libro è un classico dell’alpinismo che ogni appassionato dovrebbe conoscere. Ristampato ancora nel 2001 dal Centro Documentazione Alpina nella collana: i tascabili.
Vette: ricordi di esplorazioni e nuove ascensioni sulle Alpi, nei gruppi del Monte Rosa, del Cervino e del Monte Bianco dal 1896 al 1921 dei fratelli Giuseppe e Giovanni Battista Gugliermina e di Giuseppe Lampugnani edito nel 1940 dalle Edizioni Montes. Scrive Gian Piero Motti a proposito degli autori: “Questi uomini, senza alcun appoggio artificiale seppero esprimere il meglio dell’alpinismo classico
prima del conflitto bellico.”
La Cima di Entrelor di Renato Chabod; illustrato con disegni
e dipinti dell’autore, edito nel 1969 dalla Zanichelli. Renato
Chabod nasce nel 1909 ad Aosta, nel 1927 con la famiglia si
trasferisce a Torino dove, al Liceo D’Azeglio, fu compagno di
coloro che sarebbero diventati i principali intellettuali antifascisti torinesi. Arrampicò con i più forti alpinisti dell’epoca personaggi
del calibro di Giusto Gervasutti, Gabriele Boccalatte, Massimo Mila e Piero Ghiglione.
La montagna a mani nude di René Desmaison; traduzione dal francese di Giancarlo Barberis, edito nel 1972 dalla Dall’Oglio Editore. Il libro ferma sulla carta le emozioni, la gioia, la libertà ma anche la sofferenza di chi ha deciso di dedicare la propria vita alla montagna. E accanto a Desmaison vediamo arrampicare Lionel Terray, Pierre Mazeaud, Jacques Batkin, Jean Couzy… il meglio dell’alpinismo francese, grandi alpinisti
e grandi amici
Ho scelto di arrampicare di Chris Bonington; traduzione di
Mirella Tenderini, edito nel 1997 dalla Vivalda. L’autore racconta
i suoi primi passi sulle basse e aspre montagne del Galles e della Scozia, le prime spedizioni in Himalaya, le prime grandi salite. Bonington diventerà il più famoso alpinista inglese e scriverà molti libri di successo tra i tanti anche Annapurna parete sud del 1973 che potete trovare nella nostra biblioteca.
Qui Elja, mi sentite?: otto donne sul Pik Lenin di Linda Cottino edito nel 2001 dalla Vivalda. L’obiettivo è la traversata est-ovest del Pik Lenin 7134 m, seconda vetta del Pamir. Elvira Shataeva dello Spartak Club di Mosca cresciuta tra i rigori gerarchici dell’alpinismo sovietico dovrà condurre le compagne. Dal campo base via radio sono dettati ordini e informazioni. I giorni passano, tutto sembra andare per il meglio, finché il
meccanismo si inceppa.
La morte del chiodo: fine del sesto grado sulle pareti alpine di Emanuele Cassarà, edito nel 2002 dalla Nordpress. Non potevo non menzionare un libro del nostro Emanuele Cassarà. Un testo per comprendere quel movimento, e quella ricerca, che portò tra l’altro alle gare di arrampicata sportiva. Un tentativo di chiarire la differenza tra alpinismo e competizione, tra rischio e grado, argomenti che appassionarono e accesero dibattiti in quel periodo storico.
Filosofia della montagna di Francesco Tomatis ; prefazione di Armando Torno ; postfazione di Reinhold Messner, edito nel 2021 dalla Giunti: Bompiani. La montagna in tutti i suoi molteplici aspetti, esaminata da una prospettiva filosofica. Per Tomatis, professore di Ermeneutica filosofica, l’ambiente montano aiuta a comprendere e a risolvere le questioni centrali della vita umana. Attraverso le proprie esperienze, l’autore elabora un pensiero che ritrova una dimensione di libertà e di pace.
Come sempre vi invitiamo a venirci a trovare, la biblioteca è aperta tutti i martedì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30, il giovedì sera dalle 21 alle 22 unicamente su appuntamento. Potete consultare il catalogo, in continuo aggiornamento, sul Sito UGET ed eventualmente prenotare il volume prescelto inviando una mail a: biblioteca@caiuget.it