Notizie dalla Biblioteca – Anno nuovo, libri nuovi

A cura di Riccardo Valchierotti

Anno nuovo, libri nuovi – ho selezionato otto libri:

Il giro del mondo in 72 giorni di Nellie Bly a cura di Luisa Cetti edito da Mursia nel 2007. Il libro ripercorre una sfida singolare compiuta in epoca vittoriana. Tutti conoscono Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne uscito per la prima volta nel 1872, ma forse sono molti meno quelli che sanno di Nellie Bly giornalista di New York che, dopo aver letto il libro di Jules Verne e aver fatto una visita a una compagnia di navigazione, deduce l’effettiva possibilità di compiere il giro del mondo in 75 giorni. Parte il 14 novembre 1889 da New York e vi farà ritorno il 25 gennaio 1890 risparmiando ben tre giorni.

I briganti del Piemonte: dal crepuscolo del Regno di Sardegna agli albori dell’Unita’ d’Italia, le armi e le gesta di banditi, assassini e tagliagole braccati dall’esercito e dalla fame di Alessandro Mondo edito dalla Newton Compton editori nel 2007. Non è il selvaggio West ma il selvaggio Piemonte. Ci sono i tagliagole e gli eroi popolari consacrati dalla leggenda, come Mayno della Spinetta e “il Bersagliere” Pietro Mottino. Ci sono i mostri di provata crudeltà: dai “Fratelli di Narzole” al sanguinario Francesco Delpero, passando per “La jena di San Giorgio”. Gli esponenti di un ribellismo che va letto anche in chiave politica: vale per gli irriducibili “barbetti”, per lo stesso Mayno e per la straordinaria epopea di Brandalucioni.

In guerra non andare: un viaggio in Etiopia dalla memoria alla scoperta di Paolo Calvino edito dalla Neos Edizioni nel 2019. L’autore Paolo Calvino è nato a Torino, dove vive, nel 1969. Ha cominciato a sfogliare atlanti all’età di sei anni e da allora immagina viaggi e cerca di realizzarli. Il libro è un viaggio nell’Etiopia di oggi sull’itinerario percorso dal nonno soldato negli anni Trenta. Il diario contemporaneo che ne scaturisce e l’epistolario coloniale del nonno si intrecciano in un’alternanza di voci e di vicende che si trasforma in esperienza esistenziale e in appassionata perorazione contro tutte le guerre.

Antonia Pozzi e la montagna di Marco Dalla Torre edito dalla Ancora nel 2022, in una nuova edizione aggiornata e ampliata. L’autore Marco Dalla Torre, trentino di origine, nasce nel 1966 a Milano. È interessato alla letteratura e pratica l’alpinismo; ha trovato il modo di intrecciare queste due passioni dedicando diversi saggi a poeti che hanno amato e praticato la montagna. Antonia Pozzi straordinaria voce lirica del ‘900, frequentò intensamente la montagna, traendone ispirazione più di ogni altro poeta italiano. Marco Dalla Torre ne ricostruisce l’attività alpinistica e ne indaga la relativa trasfigurazione poetica, che costituisce una linea tematica fortemente originale all’interno del suo canzoniere.

Discorso per un amico di Erri de Luca edito dalla Feltrinelli nel 2024. In questo romanzo Erri De Luca ha voluto ricordare i tempi passati in montagna con l’amico rocciatore, morto purtroppo giovane. Sono pagine di commozione trattenuta, e per questo tanto più commoventi e vivide. L’amicizia, la montagna e i libri si intrecciano in questo Discorso con dolcezza, gratitudine e dolore, per attraversare il lutto e andare oltre: “Per me rimani Diego, per me insisti, prosegui e io continuo e seguirti”. Una serie di fotografie seguono passo passo le parole.

Viaggiatori straordinari: storie, avventure e follie degli esploratori italiani di Marco Valle edito dalla Neri Pozza Editore nel 2024. Marco Valle si è messo sulle tracce di quella «comunità avventurosa» italica che percorse le zone più selvagge e inesplorate dei cinque continenti: da Ippolito Desideri in Tibet a Giacomo Beltrami alle sorgenti del Mississippi; da Orazio Antinori a Giacomo Doria a Luigi Amedeo di Savoia fino a Odoardo Beccari nel Borneo, Giacomo Bove in Patagonia, Pietro Savorgnan di Brazzà in Congo, Guglielmo Massaja e Vittorio Bottego in Abissinia, Giovanni Miami sul Nilo, Giovan Battista Cerruti in Malesia. E ancora nel Novecento Alberto de Agostini in Patagonia, Raimondo Franchetti in Dancalia, Giuseppe Tucci in Asia e Ardito Desio nel Sahara. Fino a oggi, con Samantha Cristoforetti nello spazio, continuatrice della saga dei nostri «capitani coraggiosi».

K2 la montagna del mito: vittorie, tragedie, grandi imprese di Stefano Ardito, edito dalla Solferino nel 2024. Avrete certamente tutti letto la recensione apparsa sul numero 10 della Rivista del Club Alpino Italiano. Il K2, abbreviazione di Karakorum 2, conosciuto anche come Monte Godwin-Austen, Chogo Ri o Dapsang, è con i suoi 8611 metri la seconda vetta più alta della Terra dopo l’Everest, è per antonomasia la montagna degli italiani. Risale al maggio del 1909 la celeberrima spedizione del duca degli Abruzzi: da notare che facevano parte della spedizione studiosi piemontesi, guide e portatori valdostani. Ardito Desio, che condusse la vittoriosa spedizione del 1954, vide per la prima volta il K2 il 18 maggio del 1929.

K2 la montagna piu’ pericolosa di Ed Viesturs con David Roberts, traduzione di Chiara Brovelli, edito dalla Solferino nel 2024. L’autore Ed Viesturs, uno degli alpinisti americani più noto, nonché l’unico ad aver scalato tutti e quattordici gli Ottomila senza ossigeno, nel 1992 proprio sul K2 fu travolto da una valanga, uscendone incolume e salvando il suo compagno di cordata, Scott Fischer. Il K2 ha reclamato il sacrificio di settantasette vite umane dal 1954, quando fu “conquistata” per la prima volta. Solo nell’agosto del 2008 undici alpinisti morirono in quella che è stata la più grande tragedia: ciononostante, il K2 rimane la vetta più ambita dagli alpinisti di tutto il mondo, il Sacro Graal dell’alpinismo.

Vi ricordiamo che la Biblioteca è aperta tutti i martedì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30 e nella serata del giovedì dalle 21 alle 22 unicamente su appuntamento. Inutile dirvi che Vi aspettiamo per fare due chiacchiere e per cercare insieme il libro di Vostro interesse.

Notizie dalla Biblioteca Novembre-Dicembre 2024

A cura di Riccardo Valchierotti
Per questo numero del nostro notiziario ho selezionato nove libri: tre dei primi cinquant’anni del secolo scorso, tre dei secondi cinquant’anni e per finire tre del ventunesimo secolo per vedere come nel tempo è cambiato non solo lo stile di scrittura, ma l’alpinismo e l’approccio alla montagna in generale. Ci sarebbero anche tanti altri libri che meriterebbero di essere citati, anche più pertinenti, ma oltre al problema spazio o non sono presenti nella nostra biblioteca o sono già stati recensiti nei precedenti notiziari:

Il Monte Cervino di Guido Rey; prefazione di Edmondo De
Amicis con nota geologica di Vittorio Novarese, edito nel 1926
dalla Ulrico Hoepli. La prosa di Guido Rey è fortemente retorica,
ma ha un’ottima qualità di scrittura ed è comunque la classica
espressione dell’epoca. Pubblicato per la prima volta nel 1904 viene rapidamente tradotto in inglese, francese e tedesco e si può dire che diede inizio alla tradizione della letteratura di montagna in Italia.

Alpinismo acrobatico di Guido Rey ; prefazione di Angelo
Manaresi, edito nel 1932 dalle Edizioni Montes. Dall’introduzione
del libro: “io credetti e credo la lotta coll’Alpe utile come il lavoro, nobile come un’arte, bella come una fede…”. Era la frase che sino a pochi anni fa compariva sulla tessera associativa del C.A.I. Il libro è un classico dell’alpinismo che ogni appassionato dovrebbe conoscere. Ristampato ancora nel 2001 dal Centro Documentazione Alpina nella collana: i tascabili.

Vette: ricordi di esplorazioni e nuove ascensioni sulle Alpi, nei gruppi del Monte Rosa, del Cervino e del Monte Bianco dal 1896 al 1921 dei fratelli Giuseppe e Giovanni Battista Gugliermina e di Giuseppe Lampugnani edito nel 1940 dalle Edizioni Montes. Scrive Gian Piero Motti a proposito degli autori: “Questi uomini, senza alcun appoggio artificiale seppero esprimere il meglio dell’alpinismo classico
prima del conflitto bellico.”

La Cima di Entrelor di Renato Chabod; illustrato con disegni
e dipinti dell’autore, edito nel 1969 dalla Zanichelli. Renato
Chabod nasce nel 1909 ad Aosta, nel 1927 con la famiglia si
trasferisce a Torino dove, al Liceo D’Azeglio, fu compagno di
coloro che sarebbero diventati i principali intellettuali antifascisti torinesi. Arrampicò con i più forti alpinisti dell’epoca personaggi
del calibro di Giusto Gervasutti, Gabriele Boccalatte, Massimo Mila e Piero Ghiglione.

La montagna a mani nude di René Desmaison; traduzione dal francese di Giancarlo Barberis, edito nel 1972 dalla Dall’Oglio Editore. Il libro ferma sulla carta le emozioni, la gioia, la libertà ma anche la sofferenza di chi ha deciso di dedicare la propria vita alla montagna. E accanto a Desmaison vediamo arrampicare Lionel Terray, Pierre Mazeaud, Jacques Batkin, Jean Couzy… il meglio dell’alpinismo francese, grandi alpinisti
e grandi amici

Ho scelto di arrampicare di Chris Bonington; traduzione di
Mirella Tenderini, edito nel 1997 dalla Vivalda. L’autore racconta
i suoi primi passi sulle basse e aspre montagne del Galles e della Scozia, le prime spedizioni in Himalaya, le prime grandi salite. Bonington diventerà il più famoso alpinista inglese e scriverà molti libri di successo tra i tanti anche Annapurna parete sud del 1973 che potete trovare nella nostra biblioteca.

Qui Elja, mi sentite?: otto donne sul Pik Lenin di Linda Cottino edito nel 2001 dalla Vivalda. L’obiettivo è la traversata est-ovest del Pik Lenin 7134 m, seconda vetta del Pamir. Elvira Shataeva dello Spartak Club di Mosca cresciuta tra i rigori gerarchici dell’alpinismo sovietico dovrà condurre le compagne. Dal campo base via radio sono dettati ordini e informazioni. I giorni passano, tutto sembra andare per il meglio, finché il
meccanismo si inceppa.

La morte del chiodo: fine del sesto grado sulle pareti alpine di Emanuele Cassarà, edito nel 2002 dalla Nordpress. Non potevo non menzionare un libro del nostro Emanuele Cassarà. Un testo per comprendere quel movimento, e quella ricerca, che portò tra l’altro alle gare di arrampicata sportiva. Un tentativo di chiarire la differenza tra alpinismo e competizione, tra rischio e grado, argomenti che appassionarono e accesero dibattiti in quel periodo storico.

Filosofia della montagna di Francesco Tomatis ; prefazione di Armando Torno ; postfazione di Reinhold Messner, edito nel 2021 dalla Giunti: Bompiani. La montagna in tutti i suoi molteplici aspetti, esaminata da una prospettiva filosofica. Per Tomatis, professore di Ermeneutica filosofica, l’ambiente montano aiuta a comprendere e a risolvere le questioni centrali della vita umana. Attraverso le proprie esperienze, l’autore elabora un pensiero che ritrova una dimensione di libertà e di pace.

Come sempre vi invitiamo a venirci a trovare, la biblioteca è aperta tutti i martedì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30, il giovedì sera dalle 21 alle 22 unicamente su appuntamento. Potete consultare il catalogo, in continuo aggiornamento, sul Sito UGET ed eventualmente prenotare il volume prescelto inviando una mail a: biblioteca@caiuget.it

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