Marzo e aprile erano, e speriamo lo possano essere ancora, i mesi migliori per lo sci. Le temperature già miti, la neve ancora presente nelle basse quote e a volte già assestata in alta montagna, rendevano questi due mesi il periodo migliore per lo scialpinismo, mentre la stagione sciistica in quota si protraeva per tutto giugno e, in annate eccezionali, sino a inizio luglio.
Così ho pensato di presentare libri attinenti allo sci. Purtroppo la vera letteratura sullo sci non è particolarmente ricca e per giunta nella nostra Biblioteca mancano i libri di Jacques Dieterlen e Giorgio Daidola, che sullo sci hanno scritto delle belle pagine.
Sul numero dello scorso luglio-agosto di CAI-UGET notizie avevamo presentato: Alpinisme hivernal: le skieur dans les Alpes di Marcel Kurz, vera e propria pietra miliare nella storia dello scialpinismo. Sull’ultimo numero del 2022 si era parlato del libro di Luciano Carta (Fratel Giocondo Pistafioca): Lo ski valsusino tra storia e leggenda 1896-1904.
Ma vediamo più in generale che cosa possediamo in Biblioteca di attinente allo sci; oggi ho scelto … quattro libri e mezzo:
Lo sci e la tecnica moderna di Piero Ghiglione (1883-1960) edito dall’Istituto d’Arti grafiche di Bergamo nel 1928. Scrive Giorgio Daidola nel suo libro Sciatori di Montagna: 12 storie di chi ha fatto la storia dello scialpinismo: “Nel 1928 lo sciatore Ghiglione è maturo per pubblicare l’insuperato volume Lo sci e la tecnica moderna. Ricco di una documentazione fotografica di prim’ordine e di una grafica densa di particolari di buon gusto, il grande libro è un inno di amore per lo sci e fa di quest’ultimo più di uno sport. Il volume è molto diverso dai classici manuali tecnici e tende, sopratutto nella seconda parte, dedicata all’arte dello sciare, ad assumere un valore universale fuori dal tempo”. In sostanza un libro, un manuale, che si può leggere anche oggi a quasi 100 anni dalla sua pubblicazione.
La storia dello Ski Club Torino e le origini dello sci in Italia edito nel 1971 dallo Ski Club Torino. 294 pagine per conoscere come sono arrivati a Torino i primi sci e cosa è stato fatto dal primo Sci Club d’Italia sino al 1969. La prima parte: dalle origini dello sci in Piemonte alla fine della guerra europea è a cura di Ettore Santi e Gian Origlia; la seconda parte: lo Ski Club Torino nel periodo fra le due grandi guerre è a cura di Warmondo Barattieri di San Pietro e Mariangelo Bossone; la terza parte: Lo Ski Club Torino dal 1945 al 1969 la ricostruzione e la ripresa è di Toni Ortelli. Troviamo anche scritti dei maggiori rappresentanti dello scialpinismo torinese. La lettura è avvincente per tutti gli appassionati dello sci. Nelle ultime pagine si parla anche di Lino Andreotti presidente della nostra UGET dal 1973 al 1976, anno della sua prematura dipartita.
Lo chalet di Cenise di Achille Calosso edito dal Centro di Documentazione Alpina nel 1972. Qui non si parla solo di sci, è un “récit d’ascension” dove lo scialpinismo ha una grossa parte: la dice lunga già la copertina del libro. Achille Calosso negli anni giovanili, dal 1927 al 1932, soggiornò per motivi di studio a Ginevra dove coltivò l’amicizia con i migliori alpinisti ginevrini dell’epoca. Tornato a Torino continuò a dedicare tutto il tempo libero alla montagna e si diede in particolare allo scialpinismo d’alta montagna, compiendo numerose prime e svolgendo in questo campo una attività eccezionale per quegli anni. Il libro si legge piacevolmente: luoghi, fatti e personaggi degli anni trenta di Ginevra e Torino sono ricordati e descritti mirabilmente. Chi scrive ha apprezzato particolarmente il capitolo: “Il Menelik” (così veniva chiamato il treno di mezzanotte che da Torino Porta Nuova portava a Bardonecchia).
Sylvain Saudan sciatore dell’impossibile di Paul Dreyfus; traduzione di Cosimo Zappelli e Marcello Bareux, edito dalla Tamari di Bologna nel 1974 nella collana: Voci dai monti. Couloir Whymper, canalone Gervasutti, il Marinelli sulla est del Rosa, l’Eiger, il Denali. E poi il primo Ottomila, il Gasherbrum I. Nessuno s’era mai sognato prima di discenderli con gli sci: ma è solo qualche riga del curriculum di Sylvain Saudan, lo sciatore dell’impossibile, come venne allora soprannominato. Si pensi a quando Saudan mise queste montagne sotto le lamine, a partire dal 1967, con le attrezzature di allora: sci da 2,15 metri e, almeno all’inizio, scarponi di cuoio con i lacci. E’ stato criticato per aver utilizzato volentieri aerei ed elicotteri per raggiungere la vetta. Saudan svela le sue certezze e le indecisioni, gli inizi e le difficoltà, le sconfitte e le grandi vittorie.
GSA50: 1962-2012 del Gruppo Scialpinistico del CAI-UGET Torino edito dal GSA nel 2012 in occasione dei festeggiamenti per i suoi primi 50 anni. All’inizio del mio articolo avevo scritto che avrei presentato quattro libri e mezzo: questo è il mezzo. Non ho infatti resistito alla tentazione di scrivere di questo volumetto (solo 70 pagine contro le 294 della Storia dello Ski Club Torino). A parte la storia dettagliata, stagione per stagione, del Gruppo GSA, il volumetto è ricco di piacevoli aneddoti, racconti e interviste che fanno rivivere fatti, personaggi e atmosfere ormai scomparse. Non manca un lungo articolo dell’amico Roberto Aruga che ci racconta la vita scialpinistica torinese dagli anni 60 del secolo scorso agli inizi del nuovo millennio.
Occorre infine ricordare che in Biblioteca abbiamo, a disposizione dei soci, una vastissima gamma di guide scialpinistiche, sci ripido e sci escursionismo, nonché numerosi manuali per tutti i gusti: sci alpino, sci di fondo, sci di fondo escursionistico, scialpinismo, sci ripido.
Veniteci a trovare: siamo aperti tutti i martedì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30. Il giovedì sera dalle 21 alle 22 ci siamo unicamente su appuntamento.
Riccardo